Fuorigioco: proposta di modifica della regola eliminando il momento di gioco e di tocco del pallone per ultimo del compagno.

Si fa un gran parlare del fuorigioco nel calcio e della sua regola non sempre di facile interpretazione ed applicazione alla luce anche di quanto successo nella partita tra Juventus vs Roma nella valutazione del fuorigioco attivo e passivo; su questo aspetto specifico ma soprattutto sulla rilevazione del fuorigioco da tempo pensavo ad una diversa formulazione di tale regola rendendola più semplice e quindi più facilmente rilevabile sul piano pratico per chi sono chiamati in prima persona ad osservarla ovvero giocatori ed arbitro con i suoi assistenti.
Ecco la mia proposta di come potrebbe essere modificata la regola del fuorigioco per agevolareil compito dei direttori di gara considerate le reali difficoltà di applicazione ed intereptazioe non ultimo per la crescente velocità di gioco e di trasmissione della palla nel calcio moderno unitamente ai margini di spazio sempre più ridotti per stabilire se un attaccante è o no in fuorigioco.
 
Attualmente concorrono alla rilevazione del fuorigioco le seguenti variabili:
1) Pallone (linea della palla);
2) Linea del penultimo avversario;
3) Attaccante (linea dell’attaccante soggetto o meno a fuorigioco);
4) Momento di gioco del pallone o del suo tocco da parte del compagno.
 
La mia proposta di modifica della regola n. 11 tende ad eliminare il paragrafo sub 4), fonte di polemiche e discussioni a non finire, lasciando invariati gli altri tre punti con le seguenti nuove indicazioni da adottare per la rilevazione del fuorigioco.
 
A) CALCIATORE IN POSIZIONE DI PARTENZA REGOLARE (non in fuorigioco)
 
1) Il giocatore che punta l’area avversaria partendo da dietro o in linea con il penultimo uomo non è in fuorigioco se la sua posizione di partenza prosegue regolare, senza interruzione, anche dopo aver superato il penultimo avversario purché sia mantenuto in gioco dal pallone (linea della palla) calciato in avanti; il giocatore che punta l’area avversaria partendo da dietro o in linea con il penultimo avversario e finisce in posizione irregolare, è in fuorigioco anche se, a seguire, viene rimesso in gioco dal pallone (linea della palla) come sopra calciato in avanti.
 
(Ripeto, la proposta mira a depennare la norma attuale che prevede essere il “Momento di gioco del pallone o del suo tocco da parte del compagno” l’atto dal quale stabilire se un giocatore si trova o meno in fuorigioco ovvero quando viene a trovarsi oltre la linea del penultimo uomo; norma molto spesso soggetta a contestazione per la sua obiettiva difficoltà di applicazione.)
 
B) CALCIATORE IN POSIZIONE DI PARTENZA IRREGOLARE (in fuorigioco)
 
2) Il giocatore che viene a trovarsi, intenzionalmente o meno, in posizione irregolare oltre la linea del penultimo avversario, è in fuorigioco se partecipa in modo attivo all’azione (interviene, influisce, trae vantaggio); non è in fuorigioco se non partecipa in modo attivo all’azione (non interviene, non influisce, non trae vantaggio) salvo poter essere rimesso in gioco dal penultimo avversario che retrocede sotto la sua linea di attaccante, da lui stesso rientrando dal fuorigioco sopra la linea del penultimo avversario o ricevendo il pallone giocato per errore all’indietro deliberatamente da un avversario.
 
Aggiungo ora qui di seguito alcune delucidazioni interpretative, autentiche che servono a chiarire e comprendere meglio il contenuto della mia proposta sulla rilevazione del fuorigioco come sopra formulata.
Quanto alla lett. a) Calciatore in posizione di partenza regolare (non in fuorigioco) che è il punto più importante di tutta la proposta, l’aspetto primario da prendere in considerazione è che non si guarda più il momento quando il pallone tocca o viene giocato da un compagno non sussistendo più tale ipotesi, poiché si focalizza l’attenzione solo sull’attaccante, si valuta la sua posizione dinamica in rapporto a quella degli avversari e della palla calciata in avanti da un compagno; pertanto i soggetti in questione sono gli avversari, la palla e l'attaccante che si attiva per andare a prenderla oltre la linea difensiva; adesso entriamo nello specifico del contenuto perché con la regola attuale un giocatore può venire a trovarsi teoricamente in fuorigioco quindi più avanti della palla e con meno di due difensori davanti ma in realtà non essere in fuorigioco perché, come ben si sa, ora si tiene conto del momento di gioco o di tocco della palla del compagno per accertare, verificare se la sua posizione partenza era regolare, dietro o in linea con il penultimo uomo; con tale presupposto, infatti, la sua posizione è regolare, anche se, all’atto di ricevere la palla, viene a trovarsi in fuorigioco con meno di due uomini davanti.
Con la mia proposta di modifica questa ipotesi di non fuorigioco come sopra precisata, decade perché non sussiste più, non si considera il momento di gioco o di tocco della palla da parte del compagno; pertanto l’attaccante che si muove in avanti da posizione regolare, con almeno due uomini davanti, inserendosi per andare a raccogliere la palla (passaggio) oltre la linea difensiva, dovrà stare attento affinché la sua posizione di partenza regolare sia mantenuta in viva, in essere dalla linea del pallone calciato in avanti in modo da coprire la sua posizione regolare di partenza senza soluzioni di continuità; ciò significa che nel superare il penultimo avversario con qualsiasi parte della testa, del corpo e dei piedi deve venire a trovarsi già con il pallone davanti per essere mantenuto regolarmente in gioco.
In sostanza un calciatore in posizione regolare di non fuorigioco, muovendosi in attacco, per non cadere in fuorigioco e quindi mantenere la posizione regolare iniziale deve aspettare prima l’arrivo del pallone che oltrepassi sia il calciatore sia soprattutto il penultimo avversario, per essere messo nelle condizioni di proseguire l’inserimento in posizione regolare grazie; se ciò non avviene nel senso che il calciatore finisce in fuorigioco prima dell’arrivo del pallone, diversamente da come avviene adesso per effetto del momento di tiro o gioco del pallone da parte del compagno, l’arbitro fischia la posizione irregolare del giocatore che partecipa all’azione perché in questo caso, con la mia proposta, si è sempre in fuorigioco, anche se nella stessa azione in un secondo tempo il pallone oltrepassa il calciatore già in fuorigioco; in sintesi un calciatore che partecipa all’azione è sempre in fuorigioco se viene a trovarsi con meno di due uomini davanti, e con il pallone alle sue spalle che, ripeto, anche oltrepassandolo successivamente non lo rimette in gioco, non sana la sua posizione irregolare; per quanto riguarda la rilevazione del fuorigioco con la mia proposta, la situazione di gioco, da inquadrare e valutare a tale scopo, diventa agevole sia per l’arbitro sia soprattutto dal suo assistente di linea perché basta guardare con attenzione solamente la posizione ed il movimento del calciatore che se va in fuorigioco si fischia, mentre non si fischia se viene a trovarsi con meno di due avversari di fronte ma con il pallone calciato davanti a lui fin dal momento di superamento del penultimo avversario con qualsiasi parte della testa, del corpo e dei piedi.
Ecco come ho formulato in estrema sintesi la regola per stabilire la rilevazione del fuorigioco secondo la mia proposta:
 
Non c’é fuorigioco se il calciatore che parte in posizione regolare da dietro o dalla linea con il penultimo avversario, viene a trovarsi con il pallone davanti già al momento di superare il penultimo avversario con qualsiasi parte della testa, del corpo e dei piedi; c’è fuorigioco se superato il penultimo avversario il pallone è ancora alle spalle del calciatore.
 
Quanto alla lett. B) della mia proposta essa è più semplice da comprendere perché rientra nelle ipotesi della “casistica” con la sola differenza che io non punirei il caso dell’attaccante che rientra in gioco sopra la linea del penultimo avversario come oggi contemplato.